Il vino e la cantina più bella del mondo

Lunedì 4 aprile 2022

 

 

L’itinerario

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Il vino e la cantina più bella del mondo

 

Lunedì 4 Aprile alle 8:30 la classe 3B, insieme a 2 guide e alle professoresse, ha iniziato un percorso per arrivare fino alle cantine Antinori. Siamo partiti dalle scuole medie e siamo scesi fino alla piscina comunale per poi proseguire fino a Villa Le Corti.

Villa Le Corti

Villa le Corti nasce nel Medioevo, in questo periodo San Casciano è ricca di torri infatti le famiglie benestanti facevano a gara a chi
aveva la torre più imponente.
La famiglia Corsini è stata una famiglia molto importante in Toscana.
In questa villa ci hanno abitato in molti tra cui un santo e un papa.
All’inizio del Seicento subì una completa trasformazione nella forma presente, dalle pure linee rinascimentali, su progetto attribuito al pittore e architetto Santi di Tito. Alla stessa epoca risalgono gli affreschi di Bernardino Pocchetti che ornano la cappella gentilizia. Il giardino all’italiana e il grande parco con il viale costeggiato da cipressi secolari conferiscono allo spazio circostante ampio respiro in armonia con l’architettura della villa a forma rettangolare dominata da due torri.

Via Mura

Successivamente abbiamo proseguito per Via Mura e abbiamo ammirato il paesaggio Toscano acclamato da tutto il mondo per la sua bellezza mozzafiato.
In questo periodo si diffonde l’utilizzo del vino, il primo è quello etrusco che si dice sia stato creato da acqua più arte, accompagna sia i pasti dei ricchi sia quelli dei poveri.
Proseguendo sempre per Via Mura abbiamo incontrato varie
case coloniche che avevano tutte una cosa in comune: la piccionaia.
Ma cos’è la piccionaia? La piccionaia e una mini casa che
si trova sui tetti delle coloniche che in passato serviva per far tornare i piccioni viaggiatori dopo un viaggio.
La domanda sorge spontanea,come facevano a tornare i
piccioni?
Tornavano per amore poiché lì viveva la sua amata e la sua famiglia.

Le Cantine Antinori

Continuando sempre per Via Mura siamo scesi giù verso il
Calzaiolo arrivando fino al ponte del Bargino, lì davanti a noi si trovava l’imponente struttura delle Cantine Antinori.
Ci siamo divertiti tantissimo e siamo stati bene; abbiamo
anche potuto ammirare il bellissimo paesaggio che ci circonda che ci circonda anche perché a volte non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati a vivere in un ambiente così suggestivo. Dopo la lunga camminata fatta con la mia classe, le mie professoresse e la guida, che ci ha condotto alla destinazione tanto attesa, abbiamo potuto ammirare la bellezza e l’imponenza delle sinceramente a primo impatto la cantina mi è sembrata un gigante addormentato sopra una collina, perchè mi aspettavo un edificio più piccolo, però, questo a fatto solo aumentare la mia impazienza di entrare, aspettavo con ansia di entrare per visitare la cantina.  Prima di entrare abbiamo potuto guardare con occhi sgranati la bellezza che possiede questa cantina al suo esterno, difatti, abbiamo visto le vigne splendide, irrigate automaticamente e tutte le piccole strutture di Corten, che davano quel tocco mancante al vigneto, come panchine o moduli illustrativi, con spiegazioni dettagliate del posto che si sta visitando, quando finalmente siamo entrati sono stata abbagliata dalla bellezza delle vetrate interne e le pareti di Rovere perfettamente allineate tra loro; in generale la cantina Antinori è un posto bellissimo da visitare con voglia di ascoltare e ammirare, io ci sono già stata, ma sono comunque rimasta stupita e contenta.

 

Sono passati 10 anni dalla sua inaugurazione, avvenuta a Ottobre 2012 e successivamente aperta al pubblico nel 2013. In questa cantina sono riunite le due anime dell’azienda,  quella della produzione che si trova ai piani inferiori e che precedentemente si trovava nella zona del Bardella, a San Casciano, e gli uffici che sono ai piani superiori e che si trovavano in centro a Firenze. Il progetto di questa cantina appartiene all’architetto Marco Casamonti, il quale ha deciso di interrare completamente la struttura ,scavando la collina e inserendo un cubo di cemento che fa da struttura portante. Tutto è nascosto, interrato.
Consecutivamente, il tutto è stato ricoperto con la terra di scavo e poi piantato il vigneto. Il vino prodotto da questo vigneto era sperimentale perché non era sicuro che ne sarebbe riuscito un buon vino, a causa della terra sottostante, spessa solo 1 metro, sotto la quale si trova uno strato di cemento. Fortunatamente l’esperimento è andato a buon fine e il vino che viene prodotto da questo vigneto, appunto, “La vigna sul tetto” ancora non molto conosciuto. Per gli interni sono stati utilizzati materiali del luogo, come la terracotta dell’Impruneta, il legno di rovere (utilizzato anche per le botti) e del corten (lega marrone di acciaio e rame, che tende a modificarsi se a contatto diretto con la luce solare). Infine, il simbolo di questa cantina è il doppio torchio che si trova nella stanza d’entrata. Uno dei pochi doppi torchi ancora esistenti. La famiglia Antinori lo aveva acquistato ad un’asta negli anni ‘70, è rimasto smontato per diverso tempo in un magazzino, perché non sapevano dove collocarlo. Così è stato restaurato e posizionato nell’androne principale della cantina. dopo una prima presentazione del luogo la guida ci porta in un auditorium a farci vedere un filmato che riportava in breve la storia della famiglia e del famoso vino., facendoci vedere com’è nata questa attività e chi se ne occupa tutt’ora. Oggi si occupa dell’attività un marchese Piero Antinori che produce il vino secondo l’ ispirazione dei suoi antenati, continuando a dargli il carattere e la passione dei propri predecessori. Secondo Piero il vino deve riuscire a trasmettere il buono attraverso chi lo produce, per questo crede che la qualità del vino deve avere un grande approccio artigianale. Secondo Albiera Antinori il vino è fonte di grande innovazione, più passa il tempo e più migliora, grazie a tutte le novità. Alessia Antinori aggiunge che il vino deve essere a contatto con la natura per essere buono, e che la pazienza in questo settore è fondamentale perché se si pianta un albero oggi i profitti inizieranno tra 10 anni., con il vino bisogna sempre guardare avanti per riuscire a fare un prodotto di qualità. Dopo aver lasciato l’auditorium, abbiamo visitato le stanze addette alla preparazione del vino. Le prime tre stanze erano molto simili, per non dire uguali. Erano piene di fermentini, più grandi e più piccoli, tutti di diverse dimensioni. Qui il mosto (uva con ancora presenti bucce e semi) viene fermentato. In queste stanze si sentiva un gran freddo, perché rivestito con terracotta e manteneva la temperatura ambiente, senza usare aria condizionata. Per riuscire ad avere questo mantenimento è stata costruita una apposita struttura, simile ad un’onda.
In seguito abbiamo visitato la stanza dove i dipendenti dividevano i vari tipi di scarti, facendo particolare attenzione a non
schiacciare i semi, che altrimenti avrebbero lasciato un gusto amarognolo nel vino. Dopodiché siamo dovuti tornare a scuola con il pulmino. Ci è molto piaciuta questa visita, perché è stata molto istruttiva ed interessante, sia per quello che abbiamo visto durante la passeggiata che per quello che abbiamo imparato alle cantine su come si ottiene il vino.

Il vino e la cantina più bella del mondo

 

Lunedì 4 Aprile alle 8:30 la classe 3B, insieme a 2 guide e alle professoresse, ha iniziato un percorso per arrivare fino alle cantine Antinori. Siamo partiti dalle scuole medie e siamo scesi fino alla piscina comunale per poi proseguire fino a Villa Le Corti.

Villa Le Corti

Villa le Corti nasce nel Medioevo, in questo periodo San Casciano è ricca di torri infatti le famiglie benestanti facevano a gara a chi
aveva la torre più imponente.
La famiglia Corsini è stata una famiglia molto importante in Toscana.
In questa villa ci hanno abitato in molti tra cui un santo e un papa.
All’inizio del Seicento subì una completa trasformazione nella forma presente, dalle pure linee rinascimentali, su progetto attribuito al pittore e architetto Santi di Tito. Alla stessa epoca risalgono gli affreschi di Bernardino Pocchetti che ornano la cappella gentilizia. Il giardino all’italiana e il grande parco con il viale costeggiato da cipressi secolari conferiscono allo spazio circostante ampio respiro in armonia con l’architettura della villa a forma rettangolare dominata da due torri.

Via Mura

Successivamente abbiamo proseguito per Via Mura e abbiamo ammirato il paesaggio Toscano acclamato da tutto il mondo per la sua bellezza mozzafiato.
In questo periodo si diffonde l’utilizzo del vino, il primo è quello etrusco che si dice sia stato creato da acqua più arte, accompagna sia i pasti dei ricchi sia quelli dei poveri.
Proseguendo sempre per Via Mura abbiamo incontrato varie
case coloniche che avevano tutte una cosa in comune: la piccionaia.
Ma cos’è la piccionaia? La piccionaia e una mini casa che
si trova sui tetti delle coloniche che in passato serviva per far tornare i piccioni viaggiatori dopo un viaggio.
La domanda sorge spontanea,come facevano a tornare i
piccioni?
Tornavano per amore poiché lì viveva la sua amata e la sua famiglia.

Le Cantine Antinori

Continuando sempre per Via Mura siamo scesi giù verso il
Calzaiolo arrivando fino al ponte del Bargino, lì davanti a noi si trovava l’imponente struttura delle Cantine Antinori.
Ci siamo divertiti tantissimo e siamo stati bene; abbiamo
anche potuto ammirare il bellissimo paesaggio che ci circonda che ci circonda anche perché a volte non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati a vivere in un ambiente così suggestivo. Dopo la lunga camminata fatta con la mia classe, le mie professoresse e la guida, che ci ha condotto alla destinazione tanto attesa, abbiamo potuto ammirare la bellezza e l’imponenza delle sinceramente a primo impatto la cantina mi è sembrata un gigante addormentato sopra una collina, perchè mi aspettavo un edificio più piccolo, però, questo a fatto solo aumentare la mia impazienza di entrare, aspettavo con ansia di entrare per visitare la cantina.  Prima di entrare abbiamo potuto guardare con occhi sgranati la bellezza che possiede questa cantina al suo esterno, difatti, abbiamo visto le vigne splendide, irrigate automaticamente e tutte le piccole strutture di Corten, che davano quel tocco mancante al vigneto, come panchine o moduli illustrativi, con spiegazioni dettagliate del posto che si sta visitando, quando finalmente siamo entrati sono stata abbagliata dalla bellezza delle vetrate interne e le pareti di Rovere perfettamente allineate tra loro; in generale la cantina Antinori è un posto bellissimo da visitare con voglia di ascoltare e ammirare, io ci sono già stata, ma sono comunque rimasta stupita e contenta.
Sono passati 10 anni dalla sua inaugurazione, avvenuta a Ottobre 2012 e successivamente aperta al pubblico nel 2013. In questa cantina sono riunite le due anime dell’azienda,  quella della produzione che si trova ai piani inferiori e che precedentemente si trovava nella zona del Bardella, a San Casciano, e gli uffici che sono ai piani superiori e che si trovavano in centro a Firenze. Il progetto di questa cantina appartiene all’architetto Marco Casamonti, il quale ha deciso di interrare completamente la struttura ,scavando la collina e inserendo un cubo di cemento che fa da struttura portante. Tutto è nascosto, interrato.
Consecutivamente, il tutto è stato ricoperto con la terra di scavo e poi piantato il vigneto. Il vino prodotto da questo vigneto era sperimentale perché non era sicuro che ne sarebbe riuscito un buon vino, a causa della terra sottostante, spessa solo 1 metro, sotto la quale si trova uno strato di cemento. Fortunatamente l’esperimento è andato a buon fine e il vino che viene prodotto da questo vigneto, appunto, “La vigna sul tetto” ancora non molto conosciuto. Per gli interni sono stati utilizzati materiali del luogo, come la terracotta dell’Impruneta, il legno di rovere (utilizzato anche per le botti) e del corten (lega marrone di acciaio e rame, che tende a modificarsi se a contatto diretto con la luce solare). Infine, il simbolo di questa cantina è il doppio torchio che si trova nella stanza d’entrata. Uno dei pochi doppi torchi ancora esistenti. La famiglia Antinori lo aveva acquistato ad un’asta negli anni ‘70, è rimasto smontato per diverso tempo in un magazzino, perché non sapevano dove collocarlo. Così è stato restaurato e posizionato nell’androne principale della cantina. dopo una prima presentazione del luogo la guida ci porta in un auditorium a farci vedere un filmato che riportava in breve la storia della famiglia e del famoso vino., facendoci vedere com’è nata questa attività e chi se ne occupa tutt’ora. Oggi si occupa dell’attività un marchese Piero Antinori che produce il vino secondo l’ ispirazione dei suoi antenati, continuando a dargli il carattere e la passione dei propri predecessori. Secondo Piero il vino deve riuscire a trasmettere il buono attraverso chi lo produce, per questo crede che la qualità del vino deve avere un grande approccio artigianale. Secondo Albiera Antinori il vino è fonte di grande innovazione, più passa il tempo e più migliora, grazie a tutte le novità. Alessia Antinori aggiunge che il vino deve essere a contatto con la natura per essere buono, e che la pazienza in questo settore è fondamentale perché se si pianta un albero oggi i profitti inizieranno tra 10 anni., con il vino bisogna sempre guardare avanti per riuscire a fare un prodotto di qualità. Dopo aver lasciato l’auditorium, abbiamo visitato le stanze addette alla preparazione del vino. Le prime tre stanze erano molto simili, per non dire uguali. Erano piene di fermentini, più grandi e più piccoli, tutti di diverse dimensioni. Qui il mosto (uva con ancora presenti bucce e semi) viene fermentato. In queste stanze si sentiva un gran freddo, perché rivestito con terracotta e manteneva la temperatura ambiente, senza usare aria condizionata. Per riuscire ad avere questo mantenimento è stata costruita una apposita struttura, simile ad un’onda.
In seguito abbiamo visitato la stanza dove i dipendenti dividevano i vari tipi di scarti, facendo particolare attenzione a non
schiacciare i semi, che altrimenti avrebbero lasciato un gusto amarognolo nel vino. Dopodiché siamo dovuti tornare a scuola con il pulmino. Ci è molto piaciuta questa visita, perché è stata molto istruttiva ed interessante, sia per quello che abbiamo visto durante la passeggiata che per quello che abbiamo imparato alle cantine su come si ottiene il vino.

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