il borgo fantasma sotto un tetto di stelle

Venerdì 20 maggio 2022

 

 

L’itinerario

Guarda l’itinerario su Google Maps

Il borgo fantasma sotto un tetto di stelle

Prima tappa: San Fabiano-Torre di Luciana
(3km)

Questa volta il percorso previsto dal nostro progetto di guida ambientale riguarda il sentiero che parte dalla località di San Fabiano (dove ci siamo ritrovati) e arriva al Borgo fantasma della Torre di Luciana, vicino a Mercatale in Via Margherita Hack, 1, la famosa astrofisica fiorentina: non per nulla non molto tempo fa in questa torre medievale di origine longobarda, risalente al IX secolo, si organizzavano visitazioni stellari visto che la posizione da osservatorio della torre si prestava per indagare il cielo.
Ma torniamo all’inizio del viaggio: ci siamo incamminati e quasi subito fermati davanti ad un tabernacolo all’incrocio di un bivio, dove di solito si incontrano questi tempietti: perché? Vi domanderete. Secondo la tradizione cristiana il diavolo si apposta agli incroci e un modo per farlo allontanare era proprio costruire i tabernacoli ai crocicchi delle vie. Sappiamo inoltre che l’antico Tabernacolo era stato minato e fatto saltare dai tedeschi durante la Seconda Guerra mondiale per non far avanzare le truppe alleate che arrivavano da Monte Forchi attraverso i campi di granturco (fino a 50 anni fa in queste zone si coltivava mais, canapa, gelso, patate…. C’era una bella biodiversità, oggi solo viti e ulivi).
Qualche metro più avanti abbiamo sostato per osservare un particolare cipresso: nel suo tronco si trovano piccole schegge di bomba perché di lì passava il fronte di combattimento. Riprendendo la via ci siamo addentrati sempre più nella natura in mezzo ai suoni e agli odori tipici del bosco: abbiamo visto un nido con i pulcini di picchio e ascoltato i cinguettii vivaci di un merlo.
Dopo non molto eccoci a Luciana, dove anticamente vi passava la strada prima etrusca e poi romana tra Campoli e Vicchio Maggio. Luciana era un piccolo borgo di 450 anime con la sua chiesetta dedicata a San Donato che comprendeva anche un piccolo cimitero. Queste notizie le conosciamo dal Parroco che nel 1940 si trovava lì. In quel periodo si festeggiava la Festa di Santa Cristina nella domenica dell’Ascensione e si vedeva comparire qualche banchino che vendeva brigidini, dolciumi e poco altro. Non c’era elettricità, né acqua corrente; infatti si doveva andare alla sorgente lì vicino, ora secca. I ragazzi a 13 anni erano già nei campi al lavoro. Alcuni andavano a scuola e spesso finivano per giocare a sassate fra bande rivali: da una parte i ragazzi di Luciana e dall’altra quelli di Valigondoli: per ripararsi c’erano solo le cartelle di scuola! Fino agli anni ’60 tutto filava liscio, ma il Boom economico non ha risparmiato neppure questo piccolo borgo. Serve il cemento per le costruzioni e il Cementificio Sacci comincia a mangiare la collina, gli abitanti lasciano forzatamente le case in cambio di nuovi appartamenti e in poco tempo le ruspe abbattono tutto: la villa, la chiesa, le abitazioni facendo posto alla cava.
E oggi cosa c’è rimasto? Beh la torre, davanti alla quale si trova un grande spiazzo che era l’aia; a destra un bel fico dove c’era la casa del contadino e al centro un pozzo che serviva per bagnare l’orto. In lontananza si vede la cava ormai dismessa e abbandonata al suo grigiore.
Ma in questa terra sono stati dissotterrati due reperti archeologici etruschi oggi nell’omonimo museo di Firenze: si tratta di due bronzetti rispettivamente la Ballerina di Tolano e un Soldato.
Prima di andarcene ci siamo fatti una foto davanti alla installazione dell’artista Mauro Staccioli: una grande falce di luna o fienaia? Mah, ognuno può pensare liberamente o alla terra o al cielo. Io penso al Cielo!

 

Seconda tappa: da Vignano a Valigondoli
(2 km circa)

Lasciato il borgo ci siamo diretti verso la Fattoria di Vignano, l’abbiamo aggirata e dietro la bella facciata e il bel giardino ci siamo accampati per la nostra cena al sacco in attesa che diventasse buio, perché di lì a poco sarebbe arrivato qualcuno con un potente telescopio per farci vedere le stelle e raccontarci i loro nomi e le loro storie.Dopo aver finito di osservare le stelle e lottando contro il sonno che stava incombendo su di me a causa del fatto che dovevo essere a letto già da un’ ora, ci siamo incamminati verso uno oscuro sentiero illuminato solo dalle nostre torce. In continuazione puntavo la mia torcia verso gli alberi elaborando un eventuale piano di fuga a causa del timore che un branco di lupi accecati dalla fame ci assaltasse, in fondo non c’è nulla di più rassicurante che pensare prima di incamminarsi che forse intorno è pieno di lupi. Ad un certo punto alle guide venne in mente un’ idea geniale quella di spegnere le torce per vedere le lucciole che manco c’erano e ci hanno fatto continuare così per un bel pezzo. Bene, un gruppo di adolescenti che camminano in un sentiero buio… tutto nella norma no? No, non sembra minimamente la trama di un qualsiasi film horror no….
Cominciai a rimpiangere la scelta che avevo fatto, perché non mi ero inventata una scusa per non andare? Non bastava il fatto che avessi sonno, per di più dovevo camminare al buio insieme ad una mia amica delle elementari e con una sua amica che inciampava anche con la luce puntata sotto i piedi, figuratevi al buio! È stato un vero miracolo che non si sia fatta niente. L’unica cosa positiva del momento era che fin da piccola i miei occhi si sono sempre adattati al buio e quindi riuscivo a vedere relativamente bene. Comunque sarebbe stato meglio lasciarle accese le torce, perché arrivati alle macchine sulla strada di Valigondoli, beh i miei occhi stavano bruciando!!!

Il borgo fantasma sotto un tetto di stelle

Prima tappa: San Fabiano-Torre di Luciana (3km)

Questa volta il percorso previsto dal nostro progetto di guida ambientale riguarda il sentiero che parte dalla località di San Fabiano (dove ci siamo ritrovati) e arriva al Borgo fantasma della Torre di Luciana, vicino a Mercatale in Via Margherita Hack, 1, la famosa astrofisica fiorentina: non per nulla non molto tempo fa in questa torre medievale di origine longobarda, risalente al IX secolo, si organizzavano visitazioni stellari visto che la posizione da osservatorio della torre si prestava per indagare il cielo.
Ma torniamo all’inizio del viaggio: ci siamo incamminati e quasi subito fermati davanti ad un tabernacolo all’incrocio di un bivio, dove di solito si incontrano questi tempietti: perché? Vi domanderete. Secondo la tradizione cristiana il diavolo si apposta agli incroci e un modo per farlo allontanare era proprio costruire i tabernacoli ai crocicchi delle vie. Sappiamo inoltre che l’antico Tabernacolo era stato minato e fatto saltare dai tedeschi durante la Seconda Guerra mondiale per non far avanzare le truppe alleate che arrivavano da Monte Forchi attraverso i campi di granturco (fino a 50 anni fa in queste zone si coltivava mais, canapa, gelso, patate…. C’era una bella biodiversità, oggi solo viti e ulivi).
Qualche metro più avanti abbiamo sostato per osservare un particolare cipresso: nel suo tronco si trovano piccole schegge di bomba perché di lì passava il fronte di combattimento. Riprendendo la via ci siamo addentrati sempre più nella natura in mezzo ai suoni e agli odori tipici del bosco: abbiamo visto un nido con i pulcini di picchio e ascoltato i cinguettii vivaci di un merlo.
Dopo non molto eccoci a Luciana, dove anticamente vi passava la strada prima etrusca e poi romana tra Campoli e Vicchio Maggio. Luciana era un piccolo borgo di 450 anime con la sua chiesetta dedicata a San Donato che comprendeva anche un piccolo cimitero. Queste notizie le conosciamo dal Parroco che nel 1940 si trovava lì. In quel periodo si festeggiava la Festa di Santa Cristina nella domenica dell’Ascensione e si vedeva comparire qualche banchino che vendeva brigidini, dolciumi e poco altro. Non c’era elettricità, né acqua corrente; infatti si doveva andare alla sorgente lì vicino, ora secca. I ragazzi a 13 anni erano già nei campi al lavoro. Alcuni andavano a scuola e spesso finivano per giocare a sassate fra bande rivali: da una parte i ragazzi di Luciana e dall’altra quelli di Valigondoli: per ripararsi c’erano solo le cartelle di scuola! Fino agli anni ’60 tutto filava liscio, ma il Boom economico non ha risparmiato neppure questo piccolo borgo. Serve il cemento per le costruzioni e il Cementificio Sacci comincia a mangiare la collina, gli abitanti lasciano forzatamente le case in cambio di nuovi appartamenti e in poco tempo le ruspe abbattono tutto: la villa, la chiesa, le abitazioni facendo posto alla cava.
E oggi cosa c’è rimasto? Beh la torre, davanti alla quale si trova un grande spiazzo che era l’aia; a destra un bel fico dove c’era la casa del contadino e al centro un pozzo che serviva per bagnare l’orto. In lontananza si vede la cava ormai dismessa e abbandonata al suo grigiore.
Ma in questa terra sono stati dissotterrati due reperti archeologici etruschi oggi nell’omonimo museo di Firenze: si tratta di due bronzetti rispettivamente la Ballerina di Tolano e un Soldato.
Prima di andarcene ci siamo fatti una foto davanti alla installazione dell’artista Mauro Staccioli: una grande falce di luna o fienaia? Mah, ognuno può pensare liberamente o alla terra o al cielo. Io penso al Cielo!

Seconda tappa: da Vignano a Valigondoli (2 km circa)

Lasciato il borgo ci siamo diretti verso la Fattoria di Vignano, l’abbiamo aggirata e dietro la bella facciata e il bel giardino ci siamo accampati per la nostra cena al sacco in attesa che diventasse buio, perché di lì a poco sarebbe arrivato qualcuno con un potente telescopio per farci vedere le stelle e raccontarci i loro nomi e le loro storie.Dopo aver finito di osservare le stelle e lottando contro il sonno che stava incombendo su di me a causa del fatto che dovevo essere a letto già da un’ ora, ci siamo incamminati verso uno oscuro sentiero illuminato solo dalle nostre torce. In continuazione puntavo la mia torcia verso gli alberi elaborando un eventuale piano di fuga a causa del timore che un branco di lupi accecati dalla fame ci assaltasse, in fondo non c’è nulla di più rassicurante che pensare prima di incamminarsi che forse intorno è pieno di lupi. Ad un certo punto alle guide venne in mente un’ idea geniale quella di spegnere le torce per vedere le lucciole che manco c’erano e ci hanno fatto continuare così per un bel pezzo. Bene, un gruppo di adolescenti che camminano in un sentiero buio… tutto nella norma no? No, non sembra minimamente la trama di un qualsiasi film horror no….
Cominciai a rimpiangere la scelta che avevo fatto, perché non mi ero inventata una scusa per non andare? Non bastava il fatto che avessi sonno, per di più dovevo camminare al buio insieme ad una mia amica delle elementari e con una sua amica che inciampava anche con la luce puntata sotto i piedi, figuratevi al buio! È stato un vero miracolo che non si sia fatta niente. L’unica cosa positiva del momento era che fin da piccola i miei occhi si sono sempre adattati al buio e quindi riuscivo a vedere relativamente bene. Comunque sarebbe stato meglio lasciarle accese le torce, perché arrivati alle macchine sulla strada di Valigondoli, beh i miei occhi stavano bruciando!!!

Foto

Audio

I nostri racconti